Una nuova comunità benedettina tradizionale di stretta osservanza è nata il 2 luglio 2008 a Villatalla, piccolo borgo italiano, situato in Liguria nell’entroterra di Imperia, vicino quindi a Ventimiglia e alla frontiera francese.
Questa comunità è stata fondata da due monaci provenienti dall’abbazia di Le Barroux (Francia), su richiesta di Monsignor Mario Oliveri, Vescovo di Albenga-Imperia. Voi troverete qui qualche notizia su questo progetto di vita monastica e su alcuni avvenimenti che hanno segnato gli esordi della recente fondazione.
Queste informazioni religiose sono sopratutto un appello alla carità della vostra preghiera e, per chi può, una domanda anche di un aiuto materiale. Grazie di cuore.

venerdì 25 dicembre 2009

Natale in Liguria

Malgrado l’inverno rigoroso che si è abbattuto anche sull’Italia (ci sono abitualmente da 5 a 6 gradi nella nostra chiesa) il sole fa qualche volta la sua apparizione sulla nostra terra di Liguria e lascia intatta la verginità e la bellezza del suo paesaggio.


Ne dà testimonianza questa magnifica alba del sole invernale dove si scorge la Corsica e le sue montagne che si profilano all’orizzonte.


Questi colori sfavillanti hanno ispirato la nostra cartolina natalizia realizzata da una “mano informatica amica, Francine Carpentier, la quale, con questo moderno mezzo si dedica peraltro alla difesa della memoria e dell’onore di Papa Pio XII. Visionate questi notevoli video cliccando sui links: Première Partie ; Deuxième Partie ; Troisième Partie.

venerdì 23 ottobre 2009

Reliquie di sant’Atanasia a Villatalla

Presso le Clarisse di Parigi, si trovavano da circa un secolo le reliquie di una giovane vergine romana, martire del IV secolo, la cui età, secondo un processo verbale, non sarebbe stata superiore ai 13 anni. La vergine porta il bel nome di Atanasia, dal greco Athanatos, immortale.
Figurina di cera bianca contenente le ossa del corpo. Nella mano destra un vaso racchiude il sangue disseccato della martire. Sulla cassa, un secondo reliquiario contenente il capo.

Le sue reliquie furono scoperte nelle catacombe romane con i frammenti di un’ampolla di vetro veneziano nel quale il sangue della martire era stato raccolto .
In epoca a noi sconosciuta, le reliquie furono trasportate e Firenze e venerate nella basilica della Trinità. Successivamente, un processo verbale del 1891, firmato dal parroco, ci indica che esse furono offerte alle suore dell’Intérieur de Marie (che bel nome!) au Grand Montrouge a Parigi.
Depositate nel 1904 presso il domicilio del viario di Montrouge, non ritorneranno dalle suore perché costoro non avevano più la speranza di ricostituire la loro Congregazione. Quindi esse fùrono messo nel 1913 a disposizione del cardinale arcivescovo di Parigi, Mons. Amette, che le affidò alle suore clarisse, al 5 di Villa de Saxe.

Nel momento attuale, a causa della crisi di vocazioni, il convento deve purtroppo chiudere e liquidare tutti i suoi beni. Perciò, attraverso l’intermediazione di un amico oblato benedettino, la madre badessa offrì ai monaci di Villatalla le insigni reliquie che, in attesa di essere trasferite nella loro chiesa, fùrono situate nella scuola tradizionale del corso Saint-Benoît (www.courssaintbenoit.fr), fondato a Fontanay Mauvoisin da Luc Perrouin.

Su richiesta dell’igumeno Nikon, superiore del monastero russo di San Pantelemone a Mosca, P. Jehan cedè a questo il piccolo reliquiario contenente il capo della vergine martire, destinato alla chiesa di san Nikita il Megalomartire, a Mosca, e gli scrisse queste righe:
“Chiederemo insieme alla santa del Paradiso, che ormai ci unirà nella preghiera, di ottenerci l’insigne grazia di una perfetta unione ecclesiale sotto la guida di un unico pastore. E che sia così sia esaudita la preghiera di Gesù: che siano uno come Noi siamo uno.”

Alla fine, la sacra reliquia, espatriata da oltre un secolo in Francia, fece il suo ritorno in terra italiana il 23 ottobre e giunse così a benedire e a proteggere con la sua presenza la piccola comunità monastica e la comunità parrocchiale di Villatalla.
Essa riposa ormai ai piedi dell’altare di Nostra Signora del Soccorso, a destra nella chiesa, dove monaci e fedeli vengono ogni giorno a raccomandarsi alla potenza della sua intercessione.
“Tra tutti i miracoli della vostra potenza, avete fatto il dono, o Signore, anche a fragili fanciulle, di riportare la gloria del martirio. Il giorno in cui festeggiamo la nascita di santa Atanasia, Vergine e martire, accordateci la grazia di camminare fino a voi ispirandoci ai suoi esempi” (colletta della messa).

martedì 11 agosto 2009

Visita a Mons. Guido Pozzo

Alcuni giorni dopo il nostro ritiro annuale, un altro avvenimento — importante per noi e le comunità tradizionali —, fu la visita al nuovo segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, Mons. Pozzo, appena insediato nelle sue nuove mansioni
Con fr Ansgar Santogrossi e fr Toussaint, siamo stati ricevuti, martedì 11 agosto, nel modo più amabile che si può.

Abbiamo citato semplicemente ed in modo diretto la nostra situazione a Villatalla e l’accoglienza di Mons. Olivieri nel rispetto del nostro diritto proprio, il quale prevede l’uso esclusivo del rito tradizionale della messa.
Successivamente abbiamo affrontato l’argomento sulla ricezione dei documenti conciliari in vista delle imminenti discussioni che stavano per aver luogo tra Vaticano e fraternità sacerdotale San Pio X.

Ecco un riassunto di questo colloquio che manifesta un’apertura ed un passo in avanti verso il riconoscimento dei valori che tutto il movimento tradizionale difende, anche se non condividiamo tutte le affermazioni del nuovo segretario della Commissione Ecclesia Dei .

1. Mons. Pozzo ha voluto precisare che, secondo la lettera di accompagnamento al motu proprio Summorum Pontificum, il rito romano esiste nelle due forme e che nessun sacerdote “può rifiutare per principio di celebrare secondo l’una o l’altra forma”. Concretamente ciò implica, per lui, che se un sacerdote, che normalmente celebra secondo la forma straordinaria, si trovasse in una situazione di necessità pastorale nella quale l’autorità competente esiga una celebrazione secondo la forma ordinaria, egli dovrebbe accettare di farlo.
Mons. Pozzo ha tuttavia ascoltato l’opinione che Mons. Stankiewicz, decano del tribunale della Sacra Rota, aveva espresso a P. Jehan, dopo avere attentamente letto le costituzioni di Le Barroux, e secondo la quale un monaco prete di Le Barroux non ha diritto di celebrare secondo il Novus Ordo Missae, sia all’esterno che all’interno del monastero. In questo modo l’obbligo di celebrare secondo l’antico rito sarebbe un diritto-dovere particolare che si applica ai monaci di Le Barroux e questo è vero in qualsiasi posto si trovino.
Mons. Pozzo ha detto che conosceva Mons. Stankiewicz. Da parte sua, egli aggiunse che, anche se la lettera pontificia di accompagnamento alla Summorum Pontificum precisa che i sacerdoti che celebrano l’antico rito non possono rifiutare per principio la celebrazione del nuovo, questo lascia tuttavia aperta la possibilità di un diritto proprio per certe società i cui membri celebrerebbero esclusivamente secondo l’antico rito.

2. Per quanto concerne il Concilio Vaticano II, per Mons. Pozzo, il problema non è tanto nei testi quanto nella loro interpretazione e nelle applicazioni abusive, secondo il famoso “spirito del Concilio”. Ma, dopo tanti e tanti anni di quasi monopolio di espressione pubblica nei media e nella Chiesa, è ora molto difficile separare questo “spirito del concilio” dai testi stessi. Bisogna dunque far comprendere questa distinzione alla FSSPX (fraternità sacerdotale san Pio X) e così i suoi membri potranno accettare i testi del Concilio.
Quando gli è stato risposto che la FSSPX conosceva bene questo discorso è persisteva nel sostenere che vi sono gravi problemi nei testi stessi del Concilio, Mons. Pozzo ha modificato la sua posizione:
— È vero, ha aggiunto che ci sono passi mal formulati e poco chiari in tali testi. Ciò è dovuto al fatto che i padri conciliari volevano evitare il linguaggio teologico troppo classico, per parlare in un modo “più accessibile agli uomini dell’epoca”. Questo ha potuto causare ambiguità, ma ciò non significa un’intenzione di negare o di mutare la dottrina cattolica tradizionale. Al contrario, i padri consideravano che la dottrina cattolica fosse una cosa acquisita. Si trattava solo di modificare la maniera di esprimersi per ragioni pastorali. Da questo punto di vista è dunque legittimo criticare i passi che non sono molto chiari dal punto di vista della dottrina così come era insegnata in precedenza. Non bisogna però imputare loro un significato eterodosso, poiché non vi era alcuna intenzione di mutare la dottrina tradizionale. Secondo una sana ermeneutica, bisogna comprendere alcuni passaggi del Vaticano II, che presentano difficoltà, in un senso che non contraddice il Magistero costante anteriore, perché è lo stesso Magistero che insegna in tutte le epoche.
— Bisogna dunque distinguere nei documenti, ed in ogni documento, le riaffermazioni del dogma e della fede tradizionale, le proposizioni insegnate come dottrina del Magistero autentico delle esortazioni, delle direttive e finalmente delle opinioni e delle spiegazioni teologiche che il Concilio ha proposte senza alcuna pretesa di vincolare (pretesa di vincolare) la coscienza cattolica. Non si deve dunque imporre ai cattolici l’accettazione pura e semplice di opinioni che il Concilio stesso non ha imposte con la pretesa di esigere l’assenso intellettuale. A tale proposito sarebbe utile far uso delle note teologiche che la teologia ed il magistero hanno forgiato nel corso dei secoli. Sfortunatamente, oggi anche dei vescovi non sono in grado di produrre tali sfumature nei documenti della Chiesa.

sabato 8 agosto 2009

Ritiro annuale

Dal 3 all’8 agosto, il RP André Forest, fondatore dei canonici regolari di Sant’agostino a Sant’Antimo presso Siena, viene per predicare il nostro ritiro annuale.

Ci propose il tema entusiasmante e corroborante delle beatitudini: esse sono la regola del Nuovo Testamento, date da Gesù stesso, l’esaltante cammino che ci traccia la sua grazia, infinitamente più esigenti del decalogo, ma le sole in grado di unirci intimamente a Dio nel suo mistero trinitario:
Beati i poveri di spirito, perché di essi è i regno dei cieli […], beati voi quando gli uomini vi odieranno, quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e proscriveranno il vostro nome come infame a causa del Figlio dell’Uomo. Gioite in quel giorno ed esultate perché la vostra ricompensa sarà grande nel cielo.
Questo è il paradosso cristiano: la partecipazione alle sofferenze e alla Croce di Gesù è fonte di una gioia interiore incommensurabile. “È con questo legno che è venuta la gioia per tutto il mondo” (liturgia del Venerdì Santo).

Grazie di tutto cuore a Padre Forest che a saputo diffondere nelle nostre anime il profumo di questa gioia che si propaga attraverso le sue parole ed il suo viso. Resterà negli annali di Villatalla il primo predicatore della nostra piccola fondazione.

Eravamo quattro monaci a seguire questo ritiro, tra cui fr Ansgar Santogrossi, americano, ed il giovane francescano, fr Egidio-Maria Mariani, italiano. Entrambi avevano intenzione di raggiungerci, ma in definitiva ci lasceranno, chi per continuare il proprio insegnamento al seminario della fraternità sacerdotale San Pietro a Denton e chi per ritornare nella sua comunità francescana.

sabato 11 luglio 2009

Mons. Oliveri a Villatalla per la Solennità di San Benedetto

L’undici Luglio scorso, alla presenza di una decina di sacerdoti diocesani e di preti amici, tra cui il Can. Guitard dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, istituto da poco divenuto di diritto pontificio, Mons. Oliveri ci ha fatto la grazia e ci ha donato la gioia di venire a celebrare pontificalmente la solennità di S. Benedetto.Nel corso della sua omelia Mons. Oliveri ha sottolineato anzitutto la santità e l’irraggiamento spirituale del nostro fondatore:
“In questo santo giorno, riuniti in questa chiesa parrocchiale di Villatalla, portiamo una particolare attenzione alla santa anima di S. Benedetto abate, Padre di una moltitudine di anime consacrate, Padre del monachesimo in occidente, Padre che ha costruito una nuova dimora nella grande casa che è la Chiesa, San Benedetto che è maestro di vita spirituale, maestro divinamente illuminato di vita monastica. Dobbiamo essere particolarmente attenti anche a tutti i suoi figli, a tutti coloro che vogliono vivere secondo il suo insegnamento. Noi dobbiamo anche essere particolarmente attenti a essi per comprendere come vivere bene la nostra vita cristiana; bisogna prenderli come esempio; essi sono fra noi, qui come altrove nella Chiesa, per essere degli esempi che vivono in pienezza questa esigenza di cui ci ha parlato il Vangelo (che abbiamo appena ascoltato): ‘Chiunque avrà lasciato casa, fratelli, sorelle, padre, madre o figli, o campi a causa del mio nome, riceverà il centuplo e avrà in eredità la vita eterna’.”

Poi Mons. Oliveri ha pronunziato con la fede e l'autorità di un vero pastore, delle parole sul silenzio del Canone che han fatto grande impressione nelle anime degli assistenti “O, miei cari fratelli, come sarà bello oggi essere raccolti in questa santa celebrazione in questi momenti di silenzio assoluto o quasi! Soprattutto durante la Preghiera Eucaristica, quando arriva sul nostro altare quell’unico Sacrificio sacramentalmente presente... La nostra attitudine non è tanto di dire molte cose, o di comprendere ognuna delle parole pronunziate, ma di aver ben presente nell’anima ciò che avviene e mettersi in stato di piena e totale adorazione, in stato di contemplazione e di raccoglimento.
‘Che nulla — dice la regola di S. Benedetto — sia anteposto a Cristo’ e dunque ‘che nulla sia anteposto alla sua Opera’. Ma qual’è l’Opera di Cristo? È il mistero dell’Incarnazione del Figlio, è il mistero del Figlio che si è fatto carne, che è morto sulla croce per risorgere il terzo giorno. È il mistero della Croce, è il mistero di Cristo, è il mistero del Suo Sacrificio. L’Opera di Dio è tutta la Divina Liturgia.
“Cari fratelli, credetelo, accettatelo, vivetelo. Non c’è nulla di più importante nella vostra vita che la partecipazione, che la vostra partecipazione alla celebrazione ai divini misteri, alla divina liturgia.
Ora comprendete perché i santi monaci, i monaci benedettini in particolare devono vivere cantando durante tutta la giornata le lodi del Signore, pregando continuamente, celebrando la divina liturgia del Sacrificio di Cristo e delle Ore, delle Ore Sante, delle Ore della preghiera di tutta la Chiesa.
Quanto a noi, promettiamo a questi cari monaci che si sono stabiliti qui in questa canonica della chiesa parrocchiale, che celebrano e pregano in questa chiesa parrocchiale, promettiamo lori di essere sempre loro vicini e assicuriamoli della nostra ardente preghiera affinché siano dei santi e degli esempi. E anche perché noi domandiamo loro proprio questo: siate l'esempio che noi dobbiamo seguire. Mostrateci in ogni cosa e circostanza la via della salvezza, la via che conduce a Gesù Cristo, la via che conduce alla vita eterna. Sia lodato Gesù Cristo.”

Frà Ansgar, P. Jehan e don Giancarlo Cuneo, Parroco di Villatalla negli stalli del Seminario di Albenga, donati dal Vescovo Mons. Oliveri.

Mons. Oliveri al faldistorio: dimette gli abiti pontificali che aveva rivestito per celebrare la S. Messa.

Dopo la Messa, Mons. Oliveri benedice il nuovo capitolo-biblioteca. Si rallegra della bella opera realizzata nell’antica cantina, grazie ai nostri benefattori e indirizza ai monaci delle brevi e paterne parole di incoraggiamento.

Poi qualche famiglia di Villatalla ha servito un sontuoso pasto offerto a Sua Eccellenza e a una ventina di sacerdoti e amici dei monaci Benedettini dell’Immacolata. Alcune confidenze, ricevute dopo, ci hanno detto come questa giornata sia stata un momento di luce e di grazia per molti.

domenica 14 giugno 2009

Festa di Corpus Domini


Tutto il paese si è riunito oggi, domenica, dopo la messa, per la tradizionale processione del Corpus Domini in onore del Santissimo Sacramento. Le strade cosparse di petali di fiori risuonavano dei cantici che esprimono la fede e la devozione del popolo.


Così prosegue tranquillamente la nostra vita religiosa nel cuore di questo paesino remoto, mentre aspettiamo il giorno in cui potremmo trovare, Dio volendo, un ambiente ancora più monastico.

venerdì 22 maggio 2009

Lavori all’orto


Attorno al paese, molti terrazzi che sono testimoni di lavori secolari servono ancora da orti. Uno dei terrazzi è quello che coltivava il parroco all’epoca quando c’era il prete residente a Villatalla, pressappoco sessant’anni fa.


Ancora coltivato parzialmente da un contadino valente che ha 94 anni, questo terrazzo meritava una buona pulizia affinché potesse ridare tutto il frutto di cui è capace.

Dopo che lo dissodammo e arammo l’inverno scorso, adesso abbiamo la gioia di raccogliere i frutti dei nostri sforzi: insalate, ravanelli, piselli... Presto i pomodori e le patate. Un po’ più tardi: melanzana, cipolle, zucche e carote. Deo gratias!


Ma il lavoro non è finito; come tutti lo sanno, le erbacce non smettono mai di spuntare.

mercoledì 22 aprile 2009

Sistemazione di una Biblioteca-Capitolo

PRIMA
Sotto la canonica, c’era una cantina ripostiglio. Per liberare una camera nella casa, abbiamo sistemato la cantina come biblioteca. La camera sopra serve ormai da quarta cella e ci permette d’accogliere frà Ansgar che sarà con noi quest’estate.


DOPO


La cantina ha allora subito in pochi mesi una trasformazione impressionante. Dopo la sua divisione in due, la parte di destra serve ormai non soltanto da biblioteca, ma anche da sala capitolo. La parte di sinistra comprende la lavanderia come pure uno spazio di lavoro fai da te.




Ma prima di farvi vedere un po’ questo nuovo spazio, mostriamo tre fotografie souvenir dell’inizio dei lavori che hanno richiesto un bel po’ d’impegno. Il suolo era troppo alto: per questo era necessario togliere 60 cm di terra e di roccia.


Un martello pneumatico, e soprattutto molta energia ne sono venuti a capo, poco a poco.


Per far scoppiare grandi pezzi di roccia senza dinamite, occorre individuare i suoi punti deboli. Così l’attrezzo ben posizionato permette di far saltare questi grossi massi che sembravano irremovibili.


Alla lunga, il mucchio di pietre viene accumulato piano piano ma ordinatamente.

Purtroppo, non ci siamo preoccupati di fare altre fotografie dei lavori nel corso dell’esecuzione. Ma potete vederne qui il risultato:

La parte di sinistra e il muro che separa le due stanze nuove.

E la parte di destra sistemata come biblioteca e sala capitolo.

Ormai abbiamo edifici «conventuali» (chiesa, capitolo, refettorio, biblioteca) sufficienti per accogliere alcune vocazioni che cominciano a vedersi possibili.

Quindi, avremo presto bisogno di altre celle monastiche. Alcune parti delle case vicine della canonica sarebbero da vendere. Acquistarle ci permetterebbe di crearle. Grazie alla vostra generosità potremmo comprarle.



sabato 21 marzo 2009

Prima festa di San Benedetto a Villatalla

Una decina di preti e seminaristi si sono uniti ai monaci per solennizzare la cerimonia e testimoniare la loro amicizia e incoraggiamento.
Fra di essi don Ivo Raimondo, Canonico Prevosto della Basilica Concattedrale Parrocchia e del Capitolo di Porto Maurizio, nonché Vicario del Vicariato Foraneo nel quale è sita la Parrocchia di Villatalla. A ciascuno il suo onore: a lui dunque il compito di pronunziare il primo panegirico di San Benedetto, durante il quale egli ha evocato la raggiante figura del Santo che Paolo VI proclamò Patrono d’Europa.
Erano presenti anche D. Giancarlo Cuneo, Parroco di Dolcedo e Villatalla, Canonico onorario della diocesi di L’Aquila; D. Marco, suo fratello gemello, Canonico della Con cattedrale di Imperia e parroco nella medesima città, l’amico fedele e l’avvocato degli inizi, Don Sandro Marsano, già Parroco di Dolcedo, che l’anno passato ci ha accolti a Villatalla e che adesso svolge il compito di Preposito dell’Oratorio di Napoli; D. Maurizio Morella, Cappellano del Duomo di Alberga; D. Francesco Ramella, sacerdote novello, che ha celebrato la prima Messa secondo il rito tradizionale a Dolcedo; P. Giorgio Maria Michero, nostro vicino, premostatense legato alla Comunità di S. Antimo fondata da P. André Forest, un seminarista polacco Tommaso e un Francescano dell’Immacolata, frà Egidio, venuto a trascorrere tra di noi un lungo soggiorno. Agli ecclesiastici vanno aggiunti tutti gli amici e conoscenti che hanno voluto farci dono della loro presenza.
La Messa si svolge con rito solenne, con diacono e suddiacono, sotto lo sguardo vigile di D. Marco, che ha avuto il compito di essere anche cerimoniere in occasioni straordinarie come il Pontificale tradizionale in Laterano e altre liete circostanze.

Una buona parte degli abitanti del borgo è venuta ad associarsi alla nostra preghiera e, dopo la cerimonia, hanno offerto un aperitivo sulla piazza della Chiesa. Una vicina si è fatta carico di ospitarci in casa sua per un delizioso pranzo offertoci da diverse famiglie del paese. La festa poi è terminata col solenne canto del Vespero e con la Benedizione Eucaristica.